Una serata al Monte Labbro

Buonasera a tutti,

so che il soggetto del titolo non è dirittamente collegato con Cana ma mi son detto: “è comunque uno dei luoghi più affascinanti della nostra zona e poi riguarda pur sempre un’avventura di un canese”. Ecco quindi che, anche un po per vanteria, voglio condividere con voi la serata passata sabato scorso in compagnia di mio cognato Frnak sulla cima del Monte Labbro.

Partiamo da Cana verso le 22:30 nello sbigottimento generale della gente seduta fuori al circolino in cerca di un po di frescura. Effettivamente non è facile da giustificare il partire a quell’ora con giacchetto e pantaloni lunghi, con borse e tracolle manco fossimo andati a fare un campeggio chissà dove.

Arriviamo alle pendici del monte labbro verso le 23:30 in un buio disorientante ma grazie alla torcia gentilemnte prestataci da Laura e a quella del mio iphone non abbiamo avuto grosse difficoltà nel trovare la strada verso la vetta.

Dopo un percorso scosceso di circa 20min, faticosi per lo scarso allenamento del sottoscritto, raggiungiamo finalmente la cima e cominciamo a disporre l’attrezzatura: la mia canon 650d, il tokina 11-16 -f2.8, treppiedi e scatto remoto.

Frank mi stupisce subito: dal suo zaino, oltre all’importantissima bottiglia d’acqua, tira fuori 4 cucchiaini di plastica di vari colori. Non capendone il senso gli chiedo di illuminarmi sul loro utilizzo. Detto fatto! Piazzo la camera secondo una composizione a me gradita, imposto i vari parametri di scatto e sono pronto per iniziare. Durante l’acquisizione dell’immagine, Frank prende il mio cellulare, accende la torcia, e vi piazza davanti un cucchiaino di colore rosso. Il risultato mi sbalordisce! La luce si diffonde in maniera impercettibile ma nella foto che ne esce il risultato è veramente notevole. Abbiamo ripetuto gli scatti anche con altri colori ed il risultato è nella foto composizione a 4 immagini che trovate qua sotto.

Dopo vari giochi di luce e di inquadrature saliamo fino alla croce del David e qui ci facciamo la foto di rito. Lo scatto è da brividi: non vi sono trucchi o sovrapposizioni! E’ bastato tenere l’obiettivo aperto per circa ’90 sec e comparsata davanti la camera con torcia a led accesa e spenta tipo flash. Sembriamo due fantasmi lo so…

Verso l’1:30, soddisfatti e stanchi dalla serata, riprendiamo la via di casa.

Una serata di fotografia, aria pulita e divertimento.


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6 commenti su “Una serata al Monte Labbro”

  1. Solito commento delle fotografie notturno-stellari dell’altra volta.
    Una volta, quand’ero piccolo, la sera del 14 agosto, anche da Cana si partiva con l’auto carichi di borse con i viveri e tanti bei bottiglioni di buon vino rosso e bianco, il pomeriggio tardi “per il fresco” per andare in sulla vetta del monte Labbro. Storicamente anche i Giurisdavidici )+( celebravano la vigilia della festa della Vergine Maria e si ritrovavano in molti a pregare dentro la grotta sotterranea che si trova precisamente sotto la torre (Davide la costruì con le scale a spirale, era piu’ alta e costruita a secco per mancanza di fondi e quindi dopo un pò di tempo franò). Dentro la grotta c’andavamo tutti gli anni a dire una preghiera con mia madre e le mie zie. L’atmosfera però era tetra ed asfittica ed il brusio delle Ave Maria e poi la ripetizione monotona delle litanie mi incuteva terrore. Volevo quasi sempre uscire dopo poco. Da grande ho forse capito perchè. La “guida spirituale” inginocchiata di fronte al pregevole altarino ivi presente, una donna piuttosto anziana: Elvira Giro, romana, dalla folta chioma albina, non era altro che una appassionata di ufologia ed esoterismo così come l’altro “santone” romano un certo Leone. Sfido che erano guide spirituali: con i “poveri” e laboriosissimi contadini delle Macchie e delle Zancona come fedeli !!!….. Oggi sono morti tutti e due e sconfessati dai nuovi Giurisdavidici della loro sgangerata fede che nulla aveva a che fare con l’intensa religiosità cristiana assai legata al sociale di Davide Lazzeretti.
    Tornati poi “…a riveder le stelle…” andavamo al nostro posto dove avevamo acceso il nostro fuoco (allora si poteva!) e c’erano tutti i nostri “armi e bagagli”, passando fra i piccoli roghi e bivacchi altrui. L’atmosfera là fuori, apparte il tollerato frizzante freddo che pure d’estate fa lassu’, era scoppiettante, calda e colorita: si sentivano canti di tutti i tipi, chiacchierate di qualsiasi argomento, odori buonissimi dei vari cibi locali (adesso quasi in disuso) che all’epoca, al contrario di oggi, andavano per la maggiore e poi gente che barcollava ubriaca chi a destra chi a manca incredibilmente senza mai cadere dagli alti dirupi presenti sulla cima del monte. Il clima sociale, in quel piccolo mondo a parte per una sera, era ottimo, nessuno litigava, il nettare di Bacco scorreva copioso, non si badava a spese. Se uno passava nel bivacco di un conoscente e viceversa gli si offriva sempre del vino (dentro ai mitici bicchieri di vetro a forma di ” oppure del cibo (allora, che ancora tanta gente viveva nei poderi, c’erano tante piccole e deliziose produzioni proprie!!!!….). Ad una certa ora, stanchi e “gonfi” per la cena, si spengevano i fuochi e si riunivano le nostre cose, ci si incaminava tuttavia allegri verso l’auto nel parcheggio, a circa mezzo chilometro sotto la vetta.
    Lieti e spensierati (o anestetizzati?) ci dirigevamo con gioia verso Roccalbegna dove c’attendeva tutti gli anni una festa e si continuava imperterriti la festa. Qualche ballo con l’orchestra di liscio (allora veramente suonavano) chiudeva una splendida nottata.

  2. Grazie a tutti per i complimenti! Fa sempre piacere avere un riscontro positivo al proprio “lavoro” 😉

    Un grazie speciale a Lauro per la sua rievocazione dettagliata e per aver condiviso con noi un suo ricordo molto vivo. Di esoterismo il monte Labbro ne ha visto in ogni tempo credo..

    Ps: hai una buona vena narrativa. Complimenti

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