Una canese in prima linea

Chissà se qualcuno di voi se ne è accorto, se qualcuno glie ne ha parlato. Il primo maggio non c’è stato solo il nostro pranzo come evento.. Ma, di poco più importante, c’è stato anche il concertone del primo maggio a san giovanni, Roma.

Voi direte: cosa centra il concertone di Roma con Cana? Beh, quest’anno è stato un concerto in piccola parte anche nostro.

Ebbene si, per la prima volta nella storia una canese sale su quel palco, davanti a 700 mila (SETTECENTOMILAAAAA) persone. Sale non per cantare una canzoncina e per intrattenere i giovini li radunati, no. Sale su quel palco per raccontare una storia, la sua storia e quella di altre 623 persone che come lei sono state trattate come mera merce. Ha denunciato davanti a tutti le ingiustizie vissute e ha ribadito un concetto spesso non chiaro: il lavoro, qualunque esso sia, è dignità! Forse è questo il messaggio più grande che è stato urlato da quel palco.

E quell’urlo è uscito dalla voce di una di Cana!!!!

Non importa che sia mia madre, queste parole le avrei scritte per chiunque!

Siamo tutti quanti orgogliosi del coraggio e delle idee che hai urlato a quella piazza e a chi ti ha portato a dover rivendicare il diritto al lavoro!

E’ stato commovente vedere l’intero paese, festante in piazza, interrompere le chiacchiere, la partita a carte e proiettarsi davanti al televisore ad ascoltarti. (più o meno come il dottor Zivago in Palombella Rossa). Ed è stato veramente commovente visto che in molti hanno pianto veramente.

Grazie Marina e grazie mamma…

Vi lascio con il video dell’intervento e con due foto fatte di sfuggita dentro il circolino



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foto 2

foto 3


 

6 commenti su “Una canese in prima linea”

  1. Bello di mamma , grazie delle parole ….
    Ero su quel palco e sapevo che da Cana ero seguita …. belli tutti !

  2. Complimenti Marina!
    Sò che é brutto complimentarsi quando l’oggetto della questione é una vicenda in fondo tragica.
    Però il complimento é comunque dovuto, sia per la dignitá che hai trasmesso,non solo a me che ti conosco ma certamente a chiunque abbia sentito le tue parole.
    Parole dette senza urlare, in un mondo di urlatori, certo dette con rabbia, ma con la dignitá di cui sopra e con un sorriso,non di circostanza,tra le labbra.
    Sia perché,in meno di tre minuti,hai riferito il disagio di 632 famiglie alla gente comune,avendo cura di chiarire che ogni lavoro ha una propria dignitá( ancora!), non solo quando viene meno.
    Complimenti Marina, complimenti ancora, ti auguro che il tuo impegno porti ,finalmente,a qualcosa di concreto!

    1. Grazie ragazzi , grazie Josè …. non hai idea con quanta convinzione ho detto quelle parole . Paura tanta ma anche tanta determinazione
      Grazie

  3. …visto non direttamente….ma raccontato da chi l’aveva visto…..grande!

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